Quel buon vecchio burlone di Dio...

...perchè, l'ammetto, questa Madrid mi ha incantato. Parlo sempre e continuamente spagnolo, sto incontrando e conoscendo tanta gente fantastica, c'è un sole che ti fa venire voglia di sorridere. Palazzi bellissimi, parchi immensi, un clima meraviglioso, cibo ottimo, e mi viene voglia di parlare spagnolo (ed il mio livello di spagnolo è divenuto sorprendentemente ottimo).

Al punto che ho realizzato che sarebbe una figata vivere a Madrid.

Ecco.
Qualcuno dall'alto mi ha accontentato.

Solo che non pensavo di fare tutto così in fretta, mollare lavoro e amici e casa senza una spiegazione e scappare a Madrid. Senza soldi e senza un tetto tra l'altro.

Solo che quel qualcuno dall'alto mi ha accontentato.

In effetti l'ho sempre detto, io, che Dio è solo un vecchio burlone.

Se tutto va bene, torno in Italia giovedì mattina. Ho pagato 300 euro per un volo. Per Roma. Quindi vuol dire che dovrò sborsare altri 100 euro per tornare a Milano in treno. Ma la prendo con il sorriso, perchè sono a Madrid (tiè!)!

martedì 20 aprile 2010 alle 15:06 , 0 Comments

750 parole (di me e di te)

Non ho mai detto di scrivere per farmi figo, per farmi bello agli occhi degli altri.

Ho invece detto che tengo un blog per farmi figo. E' diverso.

Ora, in questo blog non ho mai pensato più di tanto a mettere video, foto, canzoni, e bla bla bla. In questo blog scrivo, perchè a me piace scrivere.

Scrivere serve a me. A me stesso. Mi stimola, mi rilassa, fa fuoriuscire le mie emozioni e permette di conservare le mie idee. Scrivo quello che voglio, nello stile che voglio, nel modo che voglio. Mostrandomi debole a volte, mostrandomi insensibile delle altre. Se poi pubblicizzo quel che scrivo in tutte le pagine possibili ed inimmaginabili, mi ripeto, è solo perchè penso (a ragione o a torto?) che avere un blog è sufficientemente "cool".


In ogni caso, non potrei mica scrivere tutto quello che penso su questo blog. Sarebbe una follia. Ci sarebbero tutte le mie congetture, di cui mi vergognerei da morire a rendere pubbliche. Ci sono anche molti nomi che, magari, non farebbe piacere vedere associati ad aggettivi poco eleganti.

(e poi, mi pare che metto a dire che tu sei uno stronzo/a senza prima avertelo detto chiaro e tondo in faccia? Suvvia...)

Eppure scrivere le proprie sensazioni, i propri pensieri, i ricordi, le congetture sopracitate, e anche qualche parola di contorno, è un ottimo metodo per potersi sfogare. Quindi, è deciso. Devo mettere di lato la mia pigrizia e iniziare a leggere di più me stesso.

In maniera privata, senza censure, spontanea, e giornaliera.

http://750words.com

Sito molto semplice, senza grafiche ed altre amenità, che tanto non servono al nostro scopo. Però questo sito sostituisce il diario segreto mettendomi a disposizione una pagina bianca al giorno, segreta e privata, dove poter scrivere quel che mi più mi piace (senza dover stancare il polso). Nel mio caso, quel che mi piace scrivere è quello che mi passa per la testa. Se sono depresso, triste, insoddisfatto, turbato, curioso, incerto, ottimista, sorridente, felice, contento o qualsiasi altro stato d'animo, io lo scrivo.

Sicuramente poter scrivere quello che sento dentro aiuta molto a capirmi. Capire il problema è il primo passo, il secondo è risolverlo. Il terzo sarà capire cosa ha causato il problema.

Per il resto, io sto bene. A parte Aprile che quest'anno, come sempre, si è rivelato essere un mese abbastanza sfortunato (per non dire "di merda"). Ero appena entrato nella terza frase, sono per un attimo sprofondato nella seconda senza quasi accorgermene. E' da 10-15 giorni che non me ne va bene una (una sola, diamine, una!!!). Ma domani si va in Spagna (quindi aggiornerò l'altro blog, Travajando, perchè aggiornare un blog fa sempre figo).

Ecco, magari Madrid riuscirà a far termine al periodo negativo che sto passando.
Lo spero.
Perchè se non sarà così, dovrò pensarci da solo.

giovedì 15 aprile 2010 alle 12:36 , 0 Comments

Pesce d'Aprile

Due pesci su Couchsurfing. Altre tre-quattro via facebook. Uno perfino a lavoro. Un altro paio da amici, in privato. E spero basta così. Sembra che l'1 aprile debba diffidare perfino dell'ovvietà.


Già mi immagino la scena.


"Ciao!"
"Ciao!"
"Come va?"
"Mah, ho un pò sonno.."
"Dormito poco?"
"No, pesce d'Aprile!"


Please, give me a break!

giovedì 1 aprile 2010 alle 10:16 , 0 Comments

Rompere i limiti significa anche questo

Sarà almeno da due ore che cerco il mio capo del laboratorio. Dato che non si fa trovare, al diavolo il lavoro, perdo una mezz'oretta scrivendo qualcosa, poi torno alla mia ricerca.

E' un giogo. Ti lasci ipnotizzare, ovunque tu ti trovi, ovunque essa sia. E te la ritrovi soprattutto in televisione, ma anche nei giornali, nei cartelloni pubblicitari nelle strade... insomma: te le ritrovi ovunque.

D'altronde, al giorno d'oggi usare l'arma della sessualità per vendere è normale. Negozi di intimo spopolano di modelle in lingerie. Pubblicità di jeans vedono protagoniste modelle che sopra non hanno voglia di indossare nulla (nulla!). Cartelloni pubblicitari che ti invogliano a visitare (che ne so) Israele o la Grecia perchè pieno di ragazze dal fisico perfetto per le spiaggie.

(solo il 21% dei macho italiani che vanno in vacanza riescono a broccolare. E dato che io ce l'ho fatta per due anni di fila, evidentemente voi - unici otto lettori maschi di questo blog - siete degli sfigati, a-ha)

Per non parlare della televisione. Tutti i balletti (se così si possono chiamare) di varietà dedicati al calcio, all'attualità, all'informazione, al gossip, al barbecue, a quel che vi pare.

Ed in effetti, cosa poterci fare? Io mi son sempre sentito bloccato di fronte a cotanta grazia di sederi e seni che sobbalzano di fronte a me con movimenti incredibili e ritmici. Gli occhi rimangono aperti, ma le immagini reali vengono scavalcate da quelle create dal nostro inconscio. Immagini di questa Dea che ti salta addosso, ti strappa i vestiti di dosso (figuratamente, stavolta) mentre tu stai fermo, inerme (che tanto lei vestito addosso non ne ha), per poi vedere il suo corpo fondersi nel suo (molto semplice: il suo corpo è immaginazione) nell'estasi suprema che è propria dell'idillio dell'amore.

Poi. Ad un tratto.
Un illuminazione.
Rendersene conto è difficile, al momento, ma non impossibile.
La tua Dea è lì, dietro lo schermo.
A chilometri e chilometri da te.
E non ti conosce.
Non sa chi sei.
...
Figuriamoci se te la da.

Ed ecco che, presa coscienza di quest'ultimo concetto, spegni la TV, ti alzi dal divano e fai altro. Ad esempio, ti fai una vita. Studi scientifici, difatti, dimostrano che da quando ho smesso di guardare la televisione, la mia vita sessuale è molto migliorata.

Vabbè, torno nei laboratori, torno a cercare il mio boss. Almeno faccio qualcosa di utile.

martedì 30 marzo 2010 alle 02:33 , 2 Comments

Tumbalalaika

Un giovane uomo riflette, tutta la notte
sarebbe sbagliato, si domanda, o forse giusto
dovrebbe rivelarle il suo amore, osare scegliere
e lei lo accetterebbe, oppure no?


A volte sembra difficile capire gli altri, e sembra impossibile capire se stessi. Materialmente, non è mai possibile capire come funziona l'istinto umano. La mente riesce a raggiungere quel livello di follia necessario per prendere una decisione, senza considerarne le conseguenze, e senza minimamente curarsene. La decisione di licenziarsi da lavoro, il momento di sincerità dove sbrocchi e urli di tutto contro la tua fidanzata, le urla durante una serata di festa dove magari si è bevuto troppo, prenotare un viaggio senza pensare se magari è meglio risparmiare in questo periodo.

Fanciulla, dimmi di nuovo
cosa può crescere senza pioggia?
cosa può ardere per molti anni?
cosa può bramare e piangere senza lacrime?


Quando la decisione istintiva ha portato a fatti oramai accaduti, che fan quindi parte del passato, spuntano milioni di domande. Domande a cui bisogna dare una risposta, in fretta. Ma non c'è mica il tempo (o la voglia, chi lo sa) di fermarsi a pensare. Questo perchè non basta pensarci 10 minuti. Di minuti ne serviranno migliaia. Conosco gente che sta ancora a pensare a cosa ha sbagliato con quella ragazzina con cui è stato fidanzato quando aveva 18 anni. E conosco anche gente che, piuttosto che fermarsi per pensare, corre ancora più veloce, cercando nuove esperienze, nella speranza che incontri qualcuno che sappia, in un modo o nell'altro, mostrargli la verità.

Giovane sprovveduto, perché domandare ancora?
E la pietra che può crescere senza pioggia
E l'amore che può ardere per molti lunghi anni
Ed é Il cuore che può bramare e piangere senza lacrime.

Non so di cosa la gente ha bisogno.
Quel che so, è che io ogni tanto sento il bisogno di tempo, di solitudine e di silenzio.
Ma io non sono la gente.

martedì 23 marzo 2010 alle 09:09 , 0 Comments

E non si chiama neppure Sophie

Relegati in un mondo pieno di parole. La guerra si fa a parole. Ogni frase che ti dicono deve essere analizzata con molta attenzione, per coglierne tutti i significati possibili e doverne conservare solo uno.

Quello giusto.
Si spera che sia quello giusto.

Mi rendo sempre più conto che, oramai, la vita va avanti ad aspettative. Tu conosci una persona, e ti aspetti certe cose da essa. Colui che ti invita a una festa. Colei che ti chiede come stai. Colui che ha bisogno di confidarsi perchè la ragazza lo ha mollato. Colei che tu chiami quando sei giù di morale, o vuoi dei consigli. Colui che cucina bene, colei che ti porta a vedere dei film interessanti.

Ecco qua. Diciamo che, dato che non ho tutta questa matta voglia di mettermi al servizio delle aspettative degli altri, è da qualche mese (febbraio, più o meno) che ho deciso di pensare principalmente a me stesso.

(gli altri si differenziano dagli amici perchè magari ti chiedono un favore, ma non ti chiedono come te la passi - al massimo ti chiedono "come stai?", e tu non farai in tempo a completare di dire la parola "bene" che loro son già passati a parlarti degli interessi propri)

E faccio (pressappoco) quel che voglio io. Studio e lavoro come un mulo perchè ho degli obiettivi, esco con chi mi pare e quanto mi pare, viaggio come voglio (ergo, da solo), faccio nuovi sogni e nuovi progetti.

E poi mi sposo.
A giugno.
L'undici giugno.
Di quest'anno.
E siete tutti invitati.

lunedì 15 marzo 2010 alle 05:11 , 0 Comments

Cos'è successo?

Io ho molto da fare, e poca voglia di fare quel molto da fare. Devo ricaricare la mia carta di debito per prenotare via internet il prossimo viaggio (che sarà ad Aprile, finalmente direzione Madrid).

Ah, tutti i resoconti dei miei viaggi passati, presenti e futuri(insomma, da Birmingham in poi) li troverete qui:
http://travajando.blogspot.com

Olè!

martedì 2 marzo 2010 alle 10:33 , 2 Comments

Ready, set, go!

Itinerario pronto? No.
Zaino pronto? No.
Biglietti stampati? No.
Mail inviate? No.
Documenti a lavoro sistemati? No.
Analisi di laboratorio completate? No.
Soldi pronti? No.
Genitori avvertiti? No.
Condizioni fisiche ottimali? No.

Pronti per la partenza? No.
...
...
...scherzavo!

PS. Mi manca facebook. O, quantomeno, mi manca la sua chat. :(

giovedì 18 febbraio 2010 alle 08:31 , 2 Comments

Una volta ogni tre anni

Saltare gli ostacoli, pensare agli impegni, risolvere i problemi, prendersi cura di passioni ed emozioni. Studiare, comprare, organizzare, preparare. In altre parole, fare.

Poi, per un attimo ti fermi. Ti metti di fronte a uno specchio, e ti guardi. Ti fissi attentamente. Inizi a notare, così, difetti che non notavi fino a poco prima. E non parlo di barba incolta.

Parlo di rivedersi un attimo: cosa stai facendo, dove stai andando, come stai organizzando il tuo tempo, le tue passioni, i tuoi impegni, perfino le più semplici faccende quotidiane. E non parlo di farsi la doccia.

E decido di voler cambiare qualcosa. Non ho ancora capito cosa, non ho ancora capito come. Quindi vado a caso. Non a tentativi, però. Vado a intuito. E così, una sera, decido di prendermi una pausa dai social network.

E mi cancello da facebook. Così. Mi dico pure che, piuttosto che disattivare l'account e riaprirlo fra qualche settimana (tanto lo so che poi tornerò a utilizzarlo), decido proprio di cancellarlo in modo che ne riaprirò uno nuovo. Sempre perchè ho deciso così, tanto per fare.

Magari l'assenza da Facebook mi aiuterà a pensare meno al computer (che ultimamente utilizzavo troppo spesso) e guardare di più al mondo fuori dalla finestra. O fare altro (un pò di tempo libero in più non farà male).

Cancellazione ultimata.
Poi apro la posta, su GMail.
E mi ritrovo Google Buzz.
Mavvaffanculo.

sabato 13 febbraio 2010 alle 00:44 , 0 Comments

Hai 41 ore di tempo per uccidermi

Ammesso che tu lo voglia davvero.

Sarà un viaggio particolarmente particolare. I sogni di un bambino di otto anni si mescolano con l'emozione di un diciottenne, e con la consapevolezza di un ventunenne. Perchè a 21 anni scoprì i viaggi.

Viaggi organizzati da me stesso, senza tante pretese, senza la voglia di dover organizzare un itinerario perfetto e preciso nel tentativo di visitare più posti possibili, più musei, più monumenti, più attrazioni. Invece, ho sempre adorato passeggiare per le vie di altre città, osservare le persone, quasi comportarsi come loro. Prendere un caffè, andare nelle vie del centro, entrare in un negozio di libri, sedersi in una panchina e guardare la gente passare.

Sarà l'Inghilterra. Certo l'Inghilterra a gennaio non è proprio il massimo, soprattutto considerando amici che non fanno altro che parlarmi di California (ma io non voglio innamorarmi di un posto solo perchè me ne parlate così bene). A me l'Inghilterra piace. Il freddo, il nord, il Regno Unito e il loro stile. Ha quel fascino che non starò a spiegarmi, ma mi piace. Mi ispira.

L'opportunità di vedere Elsa, farsi due chiacchere, due birre, e due risate. Vederla in un contesto diverso, avere a che fare con lei dopo, oramai, anni. Sembra un tuffo nel passato, ma due anni dopo. E' una sensazione che mi piace.

E poi c'è Londra, città che non conosco. Ci son stato un solo giorno, il tempo di vedere uno show di Martial Arts, di fare un picnic, una piccola festa, della gente che parla in polacco. Magari stavolta andrà diversamente, magari ce la godiamo al meglio, questa città.

E poi c'è il wrestling. Quarta fila, ottanta euro circa, e sono contento. Mi piace, mi diverte, mi esalta. Due ore ogni settimana dove stacco il cervello, non penso ai miei problemi. Mi rilassa e mi diverte. Questo basta per giustificare tutto.

Ricordo che già una volta comprai un biglietto per andare a vedere il wrestling in Inghilterra: e questo biglietto non arrivò mai. Ricordo anche che comprai un biglietto aereo per andare a trovare Elsa, e anche lì non potei partire. Così come non sono partito a Parigi a ottobre, così come non ho organizzato viaggi in giro per l'Europa o il mondo per tutto il 2009.

Prendermi un pò di giorni di ferie e sparire. Oggi ho in bocca un sapore particolare. Torno a viaggiare. E lo faccio da solo in un film diretto, scritto e interpretato da me stesso. Vado a trovare amici, a conoscerne di nuovi, vado a prendere l'aereo e fare festa in giro per l'Europa. Alcuni mi raggiungeranno, e ben vengano.

Ma non mi fermeranno.
Non stavolta: e dire che venerdì sera mi son preso una storta alla caviglia (distorsione) e uno stiramento al polpaccio. Come se qualcuno, là sopra, davvero non vuole che io vada.

Ecco, se lo incrociate per strada, ditegli che non è abbastanza.
Che dovrà passare alle maniere forti per fermarmi.
E ha 41 ore di tempo.

lunedì 25 gennaio 2010 alle 08:26 , 0 Comments

La mamma è sempre la mamma.

Natale.
E come ogni Natale, c'è il cenone di Natale e il pranzo di Natale.
Cenone di Natale.
Tanto cibo. Qualche discussione.

A me, in tutta onestà, il Natale mette un certo senso di disagio e tristezza. Tutti presi dall'albero, dal pranzone, dal cenone, dal regalo al parente o amico più o meno prossimo, dal chi invito al cenone, dal dove vado al cenone.

Sta di fatto che eravamo a tavola, una quindicina in un tavolo da sei persone. Ed io a fungere da attrazione della serata in quanto, abitando a Milano, certi parenti li vedo una volta all'anno (Natale, per l'appunto).

Come va la vita (bene), come va il lavoro (normale), come va lo studio (eh?), come fai a viaggiare così tanto, yadda yadda yadda.

E iniziano i soliti discorsi tra le mamme: come mai sei sempre in giro la sera, sempre per locali, e poi bevi sempre la sera, non è una vita sana, e tutte quelle cose là.

Ti senti sotto accusa, quasi a non sapere come rispondere. E' come essere sotto processo. Un processo un pò particolare perchè fra pochi giorni te ne torni a Milano e ricominci la tua vita sregolata, con o senza la loro approvazione.

Però ti senti sotto accusa, non è bellissimo.
(anche perchè non mi ubriaco tutte le sere tutte, ma vacci tu a convicerli)

Dopo, la luce.
Parla mia madre.
"Eh, ma lui esce sempre perchè a Milano non ha la sua famiglia, quindi si sente più solo e ha bisogno di vedere persone".

La guardo.
E mi rendo conto che ha detto una cosa geniale.
Da oggi ho un ottimo motivo per ribattere a chi mi critica per la mia vita sregolata.
"Eh, lo faccio perchè mi manca la mamma".
Che tenero, che sono!

giovedì 21 gennaio 2010 alle 01:48 , 2 Comments

Se era un sogno, preferivo sognare

E fu così che, nel turbinio degli abbracci e dei baci, partendo dall'automobile fino a raggiungere il portone di casa, la passione che non vuole attesa, le mani che partono e divorano centimetri di pelle, e siamo ancora nella tromba delle scale, aprire la porta di casa e correre come disperati verso il letto, strappi i miei vestiti, strappo i tuoi vestiti, i tuoi seni che mi esplodono in faccia (citazione obbligatoria), la voracità dei baci più appassionati della nostra vita...

..e poi ti fermi.
E mi fai una domanda: "ma tu cosa cerchi da me?"



Un respiro profondo.
Ho capito la domanda.
Ora serve calma e sangue freddo.
Razionalità.
Ho a disposizione quattro risposte:

a) Un etto e mezzo di prosciutto. Crudo. Quello lì a destra, quello in offerta.
b) Le dico che cerco solo sesso.
c) Le dico che l'amo.
d) Le dico la verità (che sarà la b, la c, oppure una via di mezzo)

(che poi, da dove diavolo escono queste domande? - quando mi strappavi i vestiti di dosso, io continuavo a baciarti, mica ti ho chiesto "e poi dovrò tornare a casa con i vestiti strappati?")

lunedì 11 gennaio 2010 alle 23:31 , 0 Comments